24/05/2003

La città di Siracusa sta vivendo oggi un momento chiave del suo sviluppo complessivo: l’adozione del nuovo strumento urbanistico generale.

Per poter efficacemente intervenire a migliorare 1 ‘attuale organizzazione urbana, è stato necessario porre in atto una ricucitura di tutte le precedenti pianificazioni che, in maniera disomogenea, si sono succedute in diverse parti del territorio comunale, a lfine di poter giungere ad un unico piano regolatore generale chiaro, attuabile ed equo.

Il piano è inteso a favorire lo sviluppo economico e sociale della città lungo le direttrici individuate, attraverso un ‘ampia e condivisa riflessione, dall’attuale Amministrazione della città nella riqualificazione urbana e territoriale, senza previsione di ulteriori espansioni residenziali non specificamente giustificate, nella tutela e salvaguardia ambientale e nello sviluppo del settore turistico che, unitamente allo sfruttamento delle risorse giacenti, costituiscono fattori capaci di imprimere nuove valenze nello sviluppo della società siracusana.

Pensare in termini di incremento turistico significa anche prevedere di immettere nel nostro territorio una notevole quantità di fruitori che oggi hanno difficoltà a correlarsi con i servizi offerti dalla città, insufficienti già agli stessi residenti.
Un turismo integrato nel sistema urbano non può quindi prescindere da un incremento e da una riprogettazione delle grandi infrastrutturazioni, garanti del nuovo assetto turistico che, contemporaneamente, possano validamente sostenere in maniera permanente altre funzioni urbane.
Il rilancio turistico della città non si dovrà quindi fermare alla semplice offerta di nuova ricettività, ma dovrà essere reinterpretato come volano di un recupero urbano complessivo che possa determinare nel tempo soluzioni dinamiche continue ed omogenee.

Allo stesso tempo non dovranno essere trascurate le profonde esigenze di migliore vivibilità degli spazi urbani determinate da decenni di disordine urbanistico e di miopi indirizzi politici.

Da queste considerazioni nascono, da un lato, ambiziose progettualità, quali il Parco delle Mura Dionigiane, l’attribuzione della natura e qualità di centri storici, con tutti i conseguenti benefici, alla zona della Borgata ed al quartiere umbertino ed il riacquisto del water front dei Pantanelli, del quale si prevede una radicale trasformazione, e, dall’altro, previsioni puntuali quali la nuova sede dei mercati generali ed il Centro Direzionale Nord.

Una particolare attenzione è dedicata alla mobilità nel suo complesso per risolvere in modo definitivo 1’angosciante problema dell’enorme mole di traffico veicolare che strangola la città; unitamente a drastici interventi sulla tradizionale impostazione della validità stradale, si ipotizzano nuovi percorsi fruibili da mezzi pubblici e privati non inquinanti.

Un meccanismo innovativo di perequazione, teso a ridurre al minimo l’importanza delle rendite fondiarie in modo da limitare, ed, ove possibile, eliminare 1’ingiustificato accrescimento o decremento di valore dei singoli cespiti immobiliari, e la previsione di una riqualificazione urbana delle aree oggi degradate, attraverso un equilibrato innesto degli attesi servizi pubblici e di attività commerciali e private in genere, la cui mancata previsione nei precedenti strumenti urbanistici ha trasformato intere zone della città in quartieri dormitorio rendendo più misera e priva di prospettive la qualità della vita degli abitanti, garantiscono un equo e socialmente condiviso impatto della pianificazione proposta.

La difesa e la fruizione delle coste e del mare, ed in particolare del bacino del Porto Grande, è assicurata da un’attenta e dettagliata normativa tecnica e dalla variante al Piano Regolatore del Porto che, approvato nel lontano 1918 e mai più modificato, non rispecchia oggi, neppure in parte, le esigenze e le aspettative della città.

Una riflessione a parte meriterebbe l’isola di Ortigia, le cui linee di pianificazione per la prima volta vengono ad essere inserite all’interno del Piano Regolatore Generale, non più pensata quale entità avulsa dal contesto nel quale essa deve vivere, ma come parte integrante della città nel suo insieme, allo sviluppo della quale dovrà essere funzionale e coerente, pur mantenendo assolutamente inalterate le sue splendide specificità.

Offrendo alla riflessione ed al contributo pubblico il materiale tecnico ed amministrativo con il quale siamo impegnati e ci confrontiamo, vogliamo rafforzare l’idea di comune appartenenza del nuovo strumento urbanistico.
Non ultimo, vogliamo stimolare la convergenza di impegno ed attività di singoli, gruppi ed istituzioni attorno al nostro lavoro, consapevoli che il Piano Regolatore offrirà solo delle ordinate e coerenti possibilità di sviluppo culturale, sociale ed economico, la cui effettiva e concreta realizzazione sarà rimessa all’intelligenza ed alle capacità di coloro che vogliono vivere ed amare la nostra città, ed in primo luogo, quindi, dei cittadini siracusani, posti in condizione di essere chiamati ad essere motore della rinascita della propria città.
Non più critici spettatori, ma fattivi responsabili della propria qualità della vita.

Assessore all’Urbanistica
Avv. Ezechia Paolo Reale

Dopo poco più di un anno di lavoro da parte del gruppo dell’Ufficio di Piano e dell’Amministrazione del Comune di Siracusa, nel quale sono stati approfonditi i temi indicati nello Schema di Massima, con particolare riguardo ai contenuti degli Emendamenti del C.C., il Piano Regolatore Generale torna in Consiglio Comunale nella sua versione definitiva; una versione che i suoi redattori si augurano migliorata, ma che sicuramente è stata arricchita dagli esiti del confronto tra i progettisti, l’Amministrazione Comunale, gli Enti interessati che hanno dato un contributo prezioso alla definizione dello strumento di pianificazione più importante per lo sviluppo della città di Siracusa nei prossimi dieci anni.

In primo luogo si è proceduto alla classificazione degli Emendamenti allo Schema di Massima del C.C. attività culminata con la realizzazione di un CD presentato al pubblico nel settembre 2001.

Il primo impegnativo quanto fondamentale lavoro affrontato dal Gruppo di lavoro è stato quello del ridisegno totale della zonizzazione dello Schema di Massima sulla nuova cartografia digitale nelle scale 1:10.000, 1:5.000, 1:2000, utilizzando procedure e tecniche GIS. Non essendo, la nuova cartografia, esattamente sovrapponibile a quella utilizzata per la redazione dello Schema di Massima, non era possibile una mera trasposizione del disegno della bozza del piano sulle nuove mappe. Si è dovuto ridisegnare interamente quanto già contenuto nella tavola normativa dello Schema di Massima, allungando così notevolmente i tempi della redazione dello strumento urbanistico generale.

Si è proceduto, quindi, alla definizione di specifiche relazioni (attraverso operazioni di georeferenziazione ) tra gli elementi grafici (superfici, linee, punti) ed il complesso di informazioni (banche dati alfanumeriche, testi, tabelle, immagini) che normalmente costituiscono le unità essenziali di uno strumento urbanistico, con l’utilizzo incrociato di software di disegno automatizzato (CAD), archiviazione elettronica (database) e GIS.

La costruzione del piano, attraverso l’uso di tali tecniche ha consentito di pervenire direttamente alla realizzazione di un piano interamente informatizzato, senza dover procedere a difficoltose e problematiche procedure di traduzione ed informatizzazione a posteriori di elaborati concepiti in forma tradizionale.
L’utilizzo di tecniche GIS è stato esteso anche alla produzione degli elaborati di progetto (tavole prescrittive e normative) consentendo di definire procedure automatizzate di consultazione del piano e di produzione di cartografie specifiche (estratti di piano, certificati urbanistici ed altro), il tutto inserito in un progetto più ampio e complesso di costruzione del sistema informativo territoriale comunale.

Dopo aver ricostituito il quadro di riferimento certo e dettagliato con la redazione della nuova tavola normativa, si è proceduto all’individuazione dei tessuti edilizi omogenei suddividendo le aree già perimetrate nella planimetria di progetto dello Schema di Massima con un criterio tipo-morfologico, provvedendo poi a normarne le modalità di intervento e di attuazione delle diverse zone.

Altra fase di lavoro che ha impegnato l’Ufficio di Piano, è stata quella riferita all’attività conseguente all’adeguamento dello Schema di Massima agli Emendamenti prescritti dal C.C. Si è proceduto, quindi, ad una ulteriore verifica al fine di controllare che le scelte progettuali del nuovo PRG non fossero in contrasto con il sistema dei vincoli sovraordinati.

Un affinamento delle scelte progettuali del piano è stato raggiunto con la definizione dei comparti di attuazione, oggetto della perequazione urbanistica, mediante la progettazione puntuale di 203 aree di intervento.

Alle attività soprascritte si è aggiunta quella relativa alla redazione della normativa generale del PRG e del RE (Regolamento Edilizio) che definisce i parametri urbanistici ed edilizi delle varie zone urbanistiche, in cui è stato diviso il territorio urbanizzato.

Durante il lavoro di progettazione del definitivo del PRG si sono svolte periodiche riunioni, sia con gli uffici interni al comune, sia con i rappresentanti degli Enti interessati alla pianificazione comunale che, nella maggior parte dei casi, dovranno esprimere un loro parere sul nuovo PRG: tale prassi concertativa, del tutto nuova per la città di Siracusa per la fase di definizione dello strumento urbanistico generale, ha consentito ai progettisti del PRG di recepire utili consigli ed osservazioni nel corso della redazione del PRG.

Il Responsabile del Procedimento
Ing. Mauro Calafiore

PRG di Siracusa: prospettive per la Penisola.
Pianificazione e gestione del territorio: il plusvalore urbano.

Occuparsi di questa città, vuol dire anche cercare di capire i fattori sociali che hanno determinato il complesso sistema delle trasformazioni urbane.

Spettatori dello sgonfiamento del centro storico, avvenuto durante la fase dell’industrializzazione pesante, abbiamo assistito al popolamento dei quartieri limitrofi fino alla loro saturazione.

L’assenza di una incisiva politica rivolta alla infrastutturazione delle zone urbane, il desiderio della conquista personale di quello che “in città non c’è”, sono i fattori scatenanti che hanno generato l’invasione indiscriminata di vasti territori agricoli ancora incontaminati, che, man mano, si sono consumati a vantaggio di una edificazione realizzata senza alcuna norma di suolo, dando vita ad insiemi urbani “fai da te”, dove, l’imponente sistema fondiario ha prevalso sulla presenza di attrezzature pubbliche idonee al normale svolgimento della vita urbana.

Tutto ciò ha contribuito ad elevare il costo per la messa a regime della città, sia dal punto di vista giuridico, che sociale; basti pensare alle risorse occorrenti per ristrutturare i centri storici, con la messa in campo, non solo di economie da parte dei privati, ma anche da parte delle Amministrazioni.
Si pensi, anche, ai costi necessari al trasporto verso la pubblica discarica dei rifiuti solidi urbani provenienti da zone abitate lontane tra loro, a quelli derivanti dalla conduzione degli elementi urbani primari, quali: energia elettrica, gas, fognatura, acqua, il tutto sempre considerando le distanze che intercorrono tra i vari centri abitati.

Questo quadro generale sembrerebbe caotico, se visto da una sedentaria angolatura, ma, tutto sommato, invita a fare di più per innescare meccanismi utili allo sviluppo e alla diffusione della qualità urbana, per la promozione di un’attenta pianificazione generale che controlli, in maniera adeguata, il consumo dei suoli, unitamente alla diffusione nel territorio del loro alto valore funzionale, attraverso una programmazione che assicuri il risanamento ambientale, lo sfruttamento dei giacimenti storici, l’incremento del turismo, l’unico settore che può salvarci da una sicura recessione economica.

Nel presupposto che tale diffusione possa creare nuove condizioni per il rilancio economico della città, abbiamo, quindi, il dovere di sviluppare adeguati ragionamenti urbanistici che consentano il riconoscimento di un valore aggiunto a tutto il complesso territoriale.

Il Funzionario Responsabile Ufficio P.R.G
Arch. Nunzio Navarra

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